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Google Maps cambia la geografia: ora si chiamerà Golfo dell’America

Google Maps cambia la geografia: ora si chiamerà Golfo dell’America
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L’ultima decisione di Google di rinominare il Golfo del Messico su Google Maps e di eliminare celebrazioni culturali dal suo Calendario segna un evidente adeguamento alle nuove direttive politiche sotto l’amministrazione Trump. Le reazioni non si sono fatte attendere.

Google Maps cambia la geografia: ora si chiamerà Golfo dell’America
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Da poche ore Google Maps mostra una nuova denominazione per la regione un tempo conosciuta come “Golfo del Messico”. Il candidato alla presidenza Donald Trump aveva promesso di ribattezzarlo “Golfo d’America”, una proposta che Hillary Clinton aveva deriso. Ora, con sorpresa di molti, il cambio di nome è divenuto realtà, suscitando celebrazioni alla Casa Bianca. Gli utenti americani visualizzano il “Golfo d’America” sull’app, mentre i messicani vedono ancora “Golfo de México”, rispettando le richieste del loro governo. Altrove, il nome tradizionale rimane, ma è accompagnato dalla denominazione voluta da Trump, adeguandosi alle modifiche del Geographic Names Information System (GNIS).

La Politica di Trump e le Mappe di Google

La Casa Bianca ha accolto festosamente il cambio di nome, estendendo il concetto anche al monte McKinley, tuttavia senza successo. A dispetto delle pressioni di Trump, la montagna più alta dell’Alaska conserva il nome indigeno “Denali”, come previsto dal 2015 sotto l’amministrazione Obama. La scelta di Google solleva interrogativi: quanto influiscono le pressioni politiche su decisioni di rinominazione? La modifica sul Golfo appare come un effetto delle politiche dell’amministrazione corrente.

La Scomparsa di Eventi Inclusivi dal Google Calendar

Contrariamente alle aspettative, Google sta limitando la visibilità di eventi culturali su Google Calendar. Utenti americani hanno segnalato la sparizione di celebrazioni come il mese del Pride, il Black History Month, l’Hispanic Heritage e altre commemorazioni culturali e storiche. Sebbene ogni utente possa ancora aggiungere manualmente queste ricorrenze, è evidente una svolta ideologica che asseconda il desiderio di Trump di ridurre l’importanza di tali eventi a favore di festività strettamente nazionali. Reazioni di disappunto si sono propagate rapidamente nei forum e social, con chi accusa Google di “adeguarsi alle pressioni politiche” e cedere a “tentazioni autoritarie”.

Google Risponde alle Critiche

Google ha fornito spiegazioni tecniche per le modifiche, giustificando la scelta con la complessità di mantenere centinaia di eventi a livello globale. Madison Cushman Veld, portavoce dell’azienda, ha dichiarato: “Abbiamo cercato di gestire una gamma ampia e internazionale di momenti culturali, ma non è risultato sostenibile. Pertanto, dal 2024 abbiamo deciso di far riferimento esclusivamente a giorni nazionali forniti da timeanddate.com, lasciando agli utenti la facoltà di personalizzare il proprio calendario”. Questa decisione ha suscitato un acceso dibattito sulla responsabilità delle grandi aziende tecnologiche nel preservare e promuovere la diversità culturale.